Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

27 aprile 2017

LIBERTÀ E DIGNITÀ PER I PRIGIONIERI PALESTINESI

In occasione della Giornata del prigioniero palestinese del 17 aprile, Amnesty International ha dichiarato che Israele porta avanti da decenni politiche illegali e crudeli nei confronti dei palestinesi dei Territori occupati e di Gaza detenuti nelle prigioni israeliane.
(Il rapporto completo di Amnesty International si trova a questo indirizzo:

Sono più di 1.500 i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane e nei cen­tri di detenzione che, con alla testa Marwan Barghouthi, leader palestinese in carcere dal 2002, hanno iniziato lo sciopero della fame il 17 aprile scorso. Rivendicano dignità e diritti, negati e vilipesi da Israele che viola impune­mente il diritto internazionale. Le loro richieste oltre ad essere riconosciute dalla Convenzione di Ginevra, sono umane: poter studiare, poter ricevere visite e telefonate delle famiglie, essere curati e non abbandonati alle malattie, non passare anni e anni in prigione senza alcun processo, insieme a molte altre.

I prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane sono oggi più di 6500 di cui 57 donne e 300 minori. Dal settembre  del 2000, ci sono stati circa 100.000 arresti effet­tuati dalle autorità israeliane, tra cui 15.000 bambini, più di 15.000 donne, 70 membri del Parlamento  ed ex ministri. Inoltre le autorità israeliane hanno emesso circa 27.000 ordini di detenzione amministrativa. Dal 1967, anno dell'oc­cupazione militare della Cisgiordania e Gaza, più di 800.000 sono stati i pale­stinesi incarcerati e tutti, compresi i minori e le donne, hanno subito e con­tinuano a subire torture e abusi, come documentato da diversi rapporti delle Na­zioni Unite e da BetSelem, organizzazione israeliana per la difesa dei diritti umani e tante altre organizzazioni.

Avevo solo 15 anni quando sono stato imprigionato per la prima volta. Avevo appena 18 anni quando un ufficiale israeliano mi ha costretto a divaricare le gambe mentre mi trovavo nudo nella stanza degli interrogatori, prima di colpire i miei genitali. Sono svenuto dal dolore, e la caduta conseguente ha lasciato una grande cicatrice che da allora segna la mia fronte. L’ufficiale mi prese in giro, dicendo che non avrei mai potuto procreare, perché dalla gente come me nascono solo terroristi e assassini.
Pochi anni dopo, ero di nuovo in una prigione israeliana, conducendo uno sciopero della fame, quando nacque il mio primo figlio. Quando aveva appena 18 anni, mio figlio a sua volta è stato arrestato e ha trascorso 4 anni nelle prigioni israeliane. Il più grande dei miei 4 figli è ora un uomo di 31 anni. Eppure io sono ancora qui, continuando questa lotta per la libertà insieme a migliaia di prigionieri, milioni di palestinesi e il sostegno di così tanti in tutto il mondo. L'arroganza dell‘occupante oppressore e dei suoi sostenitori li rende sordi a questa semplice verità: prima che riescano a spezzare noi, saranno le nostre catene ad essere spezzate, perché è nella natura umana rispondere al richiamo della libertà a qualsiasi costo.
La libertà e la dignità sono diritti universali che sono connaturali all’umanità e devono essere goduti da ogni nazione e da tutti gli esseri umani. I Palestinesi non saranno un'eccezione. Solo porre fine all’occupazione potrà cessare questa ingiustizia e segnare la nascita della pace."




PER dichiaraRE la nostra solidarietà alle detenute e ai detenuti palestinesi
in sciopero della fame per la Libertà e la Dignità
SAREMO IN PIAZZA CAVOUR A PADOVA IL 3 MAGGIO ALLE 17.30

"La nostra libertà non sarà completa se anche il popolo palestinese non sarà libero"

NELSON MANDELA

                        
                                                          Donne in Nero              Associazione per la Pace


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