Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

23 febbraio 2017

ADDIO AL DISARMO ?

Armarsi e fare guerre o prepararsi a guerre
è ORMAI politica CORRENTe

QUALCHE DATO:

1.     Le vendite di armamenti tra il 2012 e il 2016 nel mondo sono cresciute dell'8,4% rispetto alla crescita registrata tra il 2007 e il 2011.
In Italia, nonostante la crisi che ha colpito gli altri settori dell’economia e produce pesanti tagli nelle  spese sociali,  la spesa militare ammonta a 55 milioni di euro al giorno. Ma, su richiesta della NATO,  l’Italia si è impegnata a portare la spesa militare dall’1,1 al 2% del PIL, ossia a circa 100 milioni di euro  al giorno.

2.     Nella generale disattenzione, lo scorso 31 dicembre è entrata in vigore la Legge 21 luglio 2016, sulla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali: tutte le operazioni fuori dai confini nazionali per la difesa degli “interessi vitali” del Paese e per partecipare a coalizioni internazionali riguardanti una crisi specifica sono legittimate sul piano legale.
Ad oggi l’Italia è ufficialmente impegnata con le sue forze armate in 30 missioni internazionali con quasi 7.000 uomini e donne. Un esempio: nel 2017 in Iraq il contingente italiano di militari sarà secondo solo a quello  statunitense. Lo stanziamento è di 300,7 milioni. Complessivamente nel 2017 l’Italia spenderà 1,13 miliardi per missioni all’estero che - comunque le si chiami - sono aggressioni che devastano e uccidono.

3.     Nel nuovo disegno di legge approvato da Consiglio dei ministri il 10 febbraio a difesa della Patria viene riformulata come difesa degli «interessi vitali del Paese». Si afferma il diritto di intervenire militarmente nelle aree prospicienti il Mediterraneo - Nordafrica, Medioriente, Balcani - a sostegno dei propri interessi economici e strategici, e, al di fuori di tali aree, ovunque nel mondo siano in gioco gli interessi dell’Occidente rappresentati dalla NATO sotto comando degli Stati Uniti.
Il   Il nuovo modello inoltre apre le porte delle Forze armate a «dirigenti provenienti dal settore privato» che potranno ricoprire incarichi chiave che permetteranno ai potenti gruppi dell’industria militare di entrare con funzioni dirigenti nelle Forze armate e di pilotarle secondo i loro interessi legati alla guerra.
Non resta che riscrivere l’Art. 1 della Costituzione, precisando che la nostra è una repubblica, un     tempo democratica, fondata sul lavoro dell’industria bellica.

4.     l governo italiano ha firmato il 2 febbraio 2017 un Memorandum con il governo libico, al fine di controllare e bloccare le partenze dei migranti in fuga. In cambio l’Italia si impegna a fornire strumentazione e sostegno militare, strategico e tecnologico, senza garantire alcuna tutela dei diritti umani. Eppure è noto che la Libia rimane un Paese che
non ha ratificato le più fondamentali convenzioni internazionali in
materia di diritti d’asilo e di rispetto dei diritti umani, e continua
a sottoporre i migranti in fuga a trattamenti disumani e degradanti in centri di detenzione. Inoltre è un Paese diviso, non stabilizzato, in cui continuano a verificarsi conflitti armati tra varie fazioni.



Per ribadire:

NON IN NOSTRO NOME

saremo in piazza Cavour a Padova mercoledì 1 marzo alle 17.30 

La pace e la difesa dei diritti non possono essere lasciate
nelle mani dei militari e dei mercanti di morte

Donne in Nero - Padova 1 marzo 2017

http://controlaguerra.blogspot.it


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