Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

05 maggio 2012

1000+1000perlapace

Lettera aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

La festa nazionale della Repubblica ricorda una data importante per l'Italia: il 2
giugno 1946. Quel giorno i cittadini e per la prima volta nella nostra storia le
cittadine furono chiamati non solo a scegliere fra repubblica o monarchia, ma
anche ad eleggere i componenti dell'Assemblea costituente che doveva
redigere la nuova carta costituzionale.
Ogni 2 giugno, quindi, quando celebriamo la Festa della Repubblica,
festeggiamo anche le origini della nostra Costituzione repubblicana, i cui
principi fondamentali, improntati alla libertà e all'uguaglianza, sono enunciati
nei primi dodici articoli, in uno dei quali, l'undicesimo, si ripudia la guerra come
strumento di offesa e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali.
Perché, allora, dovremmo festeggiare la festa del 2 giugno con le parate
militari, la sfilata della armi, la mostra degli ordigni bellici? I militari celebrano
già la loro festa il 4 novembre. La parata militare in occasione della Festa della
Repubblica non è che una vacua esibizione di forza, imprime un marchio
militarista e nazionalista su una Repubblica che ripudia la guerra, banalizza e
svuota di senso i valori fondativi della Costituzione.
Costituisce inoltre uno spreco insensato di denaro nel momento in cui si
chiedono sacrifici soprattutto a chi meno è colpevole del disastro economico in
cui ci troviamo.
Noi crediamo che la Festa della Repubblica debba invece celebrare l’Italia che
“ripudia la guerra”, l'Italia che riconosce i diritti inviolabili di tutti i cittadini,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni sociali e personali. L'origine stessa della nostra Costituzione, che
come disse Piero Calamandrei, è da ricercarsi “dovunque è morto un Italiano
per riscattare la libertà e la dignità», oltre ad essere per noi motivo di orgoglio,
dovrebbe costituire anche uno stimolo a riprendere idealmente il testimone che
ci hanno lasciato quegli Italiani morti per la libertà e la dignità.
La Festa della Repubblica dovrebbe per questo essere una giornata in cui le
Italiane e gli Italiani riflettono sui principi fondamentali della Costituzione
repubblicana e ne promuovono l'attuazione concreta, nella continuità con la
bella politica, intesa come l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, di
cui hanno dato prova i padri costituenti.
A Lei, Signor Presidente della Repubblica, chiediamo per questi motivi di
abolire la parata militare del 2 giugno, nell'adesione al senso e ai principi
autentici della Festa della Repubblica.
Ovada, 2 maggio 2012
Centro per la Pace e la Nonviolenza “Rachel Corrie”
Piazza Cereseto 7, 15076 Ovada (Al)
tel. 0143 835206
www.centropacecorrie.it
e-mail: segreteria@centropacecorrie.it

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