Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

25 marzo 2011

Non in nostro nome

NON IN NOSTRO NOME
Tra uccidere e morire, c’è una terza via: vivere

L’ITALIA È UN PAESE IN GUERRA
Ultima GUERRA in ordine di tempo è la nostra partecipazione alle azioni belliche in LIBIA,
l’ennesima guerra “UMANITARIA”, giustificata con le argomentazioni di sempre: “liberare le donne
afghane”, “portare la democrazia”, “proteggere i civili”… , selezionando, però, i diritti umani a seconda degli obiettivi strategici e degli interessi in gioco.

LA GUERRA SI CONFERMA COME L’UNICA MANIERA SEGUITA E ANCHE SOLO IMMAGINATA PER
RISOLVERE I CONFLITTI, SENZA MINIMAMENTE CERCARE E PRATICARE ALTRE STRADE.
In Italia, come in molti altri paesi, si segue una POLITICA di RIARMO e l’unica economia fiorente è l’ECONOMIA DI GUERRA, da cui non ci si può aspettare altro che una risposta bellicistica ad ogni crisi: tutte le armi prodotte, vendute, sperimentate devono pur venire usate da qualche parte!
Mentre scuola, cultura, ricerca, sanità, Enti Locali, ambiente subiscono tagli feroci, in Italia il settore degli armamenti e delle spese militari non subisce mai alcuna riduzione: dal 2006 vi è stato un aumento delle spese militari del 28% e per il 2011 è previsto un ulteriore aumento dell’8,4%. A questo si aggiungono i
fondi per il Ministero dello Sviluppo destinati ai nuovi sistemi d’arma e 1,5 miliardi di euro per le missioni militari all’estero. Per un totale di 24,3 miliardi di euro. Tra i progetti finanziati c’è anche l’acquisto di 131
cacciabombardieri F35 al costo di 16 miliardi e quello di 10 fregate al costo di 5,6 miliardi di euro.
SERVE A QUALCOSA TUTTO QUESTO?

L’UNICA COSA CERTA CHE CI SENTIAMO DI AFFERMARE È CHE LE NUMEROSE GUERRE DEGLI
ULTIMI 20 ANNI NON HANNO RISOLTO ALCUN CONFLITTO, ANZI IN ALCUNI CASI HANNO
LASCIATO UNA SITUAZIONE PEGGIORE.
In Afghanistan dopo 10 anni di guerra, dopo la morte di oltre 40.000 civili a causa, principalmente, dei bombardamenti aerei, si devono dichiarare falliti tutti gli obiettivi inizialmente dichiarati: i talebani hanno
ripreso il controllo dei due terzi del paese, il conflitto si è esteso al Pakistan, i signori della guerra e dell’oppio comandano, la povertà colpisce ormai l’80% della popolazione, dilaga la corruzione, la vita delle donne è peggiorata al punto che i suicidi sono aumentati a livelli senza precedenti (donne fra i 18 e i 35 anni si
danno fuoco per sottrarsi alla violenza insopportabile del loro destino).
Ma ogni 6 mesi il nostro Parlamento rifinanzia con 65 milioni di euro al mese l’intervento militare, senza mai ridiscutere obiettivi raggiunti, successi e insuccessi.

Non è con la guerra che si porta la democrazia!
Non è con le bombe che si proteggono i civili!

Consapevoli che la violenza genera solo violenza chiediamo una soluzione negoziale e non armata della crisi libica
un cessate il fuoco immediato e rispettato da tutte le parti
accoglienza dignitosa per le popolazioni in fuga dalla povertà, dalle dittature e dalle guerre
il ritiro di tutte le truppe dall’Afghanistan

Donne in Nero
Padova, 30 marzo 2011

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