Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

02 dicembre 2022

 




Fuori la guerra dalla storia




In questa guerra, come in tutte le guerre, si esprime tutta la violenza del sistema patriarcale, davanti a noi ci sono morti , sofferenze, aggressioni, devastazioni di interi territori, stupri.

La guerra ha interrotto relazioni tra stati e minato le relazioni tra le persone all’interno delle societa’ e con lo spettro dell’uso delle armi nucleari minaccia l’estinzione di tutta la nostra specie.


La guerra va fermata subito, con la cessazione delle ostilità e l’avvio di trattative.


La pace richiede di ripensare l’impossibile per creare qualcosa di nuovo: un mondo che sceglie il dialogo e la diplomazia e “ ripudia la guerra come strumento di risoluzioni delle controversie internazionali”.


Appoggio e solidarietà a tutte le vittime


Sostegno alle donne iraniane, afghane, russe, ucraine, curde, palestinesi e a tutte le donne che lottano per la libertà in tutto il mondo


Sostegno a tutti gli obiettori di coscienza e ai disertori


Riduzione delle spese militari :appoggiamo l’appello dei 50 Nobel per la riduzione delle spese militari del 2%


Eliminazione delle armi nucleari : sottoscrizione del trattato ONU per la Proibizione delle armi nucleari( TPNW)


Opposizione all’argamento della Nato


Trasformazione delle “Forze Armate” in “corpi civili di pace” per l’intervento non violento dei conflitti





Padova 14 dic 2022 Piazzetta Garzeria dalle 17 alle 18


Donne in Nero

18 novembre 2022

 




Fuori la guerra dalla storia




In questa guerra, come in tutte le guerre, si esprime tutta la violenza del sistema patriarcale, davanti a noi ci sono morti , sofferenze, aggressioni, devastazioni di interi territori, stupri.

La guerra ha interrotto relazioni tra stati e minato le relazioni tra le persone all’interno delle societa’ e con lo spettro dell’uso delle armi nucleari minaccia l’estinzione di tutta la nostra specie.


La guerra va fermata subito, con la cessazione delle ostilità e l’avvio di trattative.


La pace richiede di ripensare l’impossibile per creare qualcosa di nuovo: un mondo che sceglie il dialogo e la diplomazia e “ ripudia la guerra come strumento di risoluzioni delle controversie internazionali”.


Appoggio e solidarietà a tutte le vittime


Sostegno alle donne iraniane, afghane, russe, ucraine, curde, palestinesi e a tutte le donne che lottano per la libertà in tutto il mondo


Sostegno a tutti gli obiettori di coscienza e ai disertori


Riduzione delle spese militari :appoggiamo l’appello dei 50 Nobel per la riduzione delle spese militari del 2%


Eliminazione delle armi nucleari : sottoscrizione del trattato ONU per la Proibizione delle armi nucleari( TPNW)


Opposizione all’argamento della Nato


Trasformazione delle “Forze Armate” in “corpi civili di pace” per l’intervento non violento dei conflitti





Padova Piazzetta Garzeria dalle 17 alle 18


Donne in Nero

15 aprile 2022

 

Insieme alle femministe russe diciamo

No alla guerra

Mosca, 1 marzo, Manifesto pubblicato dalle femministe russe

La Russia ha dichiarato guerra ai suoi vicini. Non ha concesso all'Ucraina il diritto all'autodeterminazione né alcuna speranza di vivere in pace.

Come cittadine russe, e come femministe, condanniamo questa guerra. Il femminismo come forza politica non può stare dalla parte di una guerra di aggressione e di occupazione militare.

Guerra significa violenza, povertà, migrazioni forzate, vite spezzate, insicurezza e mancanza di futuro. È inconciliabile con i valori e gli obiettivi essenziali del movimento femminista. La guerra esaspera la disuguaglianza trai sessi e riporta indietro di molti anni le conquiste dei diritti umani delle donne, e non solo. La guerra porta con sé non solo la violenza delle bombe e dei proiettili, ma anche la violenza sessuale: come dimostra la storia, durante la guerra il rischio di essere violentata aumenta moltissimo, per qualsiasi donna.

L'attuale guerra, come dimostrano i discorsi di Putin, viene combattuta anche sotto la bandiera dei "valori tradizionali" dichiarati dagli ideologi del governo …che includono la disuguaglianza tra uomini e donne, lo sfruttamento delle donne e la repressione statale contro coloro il cui stile di vita, l'autodeterminazione e le azioni non sono conformi alle strette norme patriarcali.

Oggi le femministe sono una delle poche forze politiche attive in Russia. Per molto tempo, le autorità russe non ci hanno percepito come un movimento politico pericoloso, e quindi siamo state temporaneamente meno colpite dalla repressione statale rispetto ad altri gruppi politici.

Chiediamo ai gruppi femministi russi e alle singole femministe di unirsi alla Resistenza Femminista Anti-Guerra e di unire le forze per opporsi attivamente alla guerra e al governo che l'ha iniziata.

Chiediamo anche alle femministe di tutto il mondo di unirsi alla nostra resistenza.”

Fino alla fine di questa guerra saremo in piazza tutti i mercoledì pomeriggio in nero, in silenzio, con un fiore bianco in mano

Per una cessazione immediata del fuoco al fine di salvare il più possibile di vite umane e ridurre la distruzione dell’ambiente

Perché il nostro governo e l’UE conducano una negoziazione forte e convinta

PER DIRE NO all’invio di aiuti militari, che servono solo a prolungare l’agonia della popolazione, ad aumentare la violenza e ad accrescere l’odio tra vicini

PER DIRE NO all’aumento delle spese militari fino al 2% del PIL, che porterà dai circa 25 miliardi di € annui = 68 milioni di € al giorno di oggi, a circa 38 miliardi di € annui = 104 milioni di € al giorno di domani


SE VUOI LA PACE PREPARA LA PACE


Aprile 2022 Donne in Nero di Padova

13 marzo 2022

 


SUBITO TUTTI I CAPI DI STATO IN CONFERENZA DI PACE A KIEV

solo la trattativa può fermare la guerra


Al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella

Al Presidente del Consiglio Italiano, Mario Draghi

Alla Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola

Alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen

Al Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres


Il pacifismo non può restare in silenzio, non nel ventunesimo secolo. Gandhi ce l’ha insegnato: ci si può opporre alla guerra senza accettare la contrapposizione armata. Egli offriva la sua presenza fisica, il suo corpo disarmato per fermare i britannici in armi che occupavano il suo Paese.

Come donne e come uomini che desiderano vivere in pace, chiediamo al governo italiano, ai governi degli altri Paesi e soprattutto all’ONU di seguire il suo esempio e di prendere posizione in modo chiaro e coraggioso per porre fine immediatamente alla guerra in Ucraina e per allontanare il pericolo di una terza guerra mondiale, certamente nucleare. Avanziamo per questo una proposta: l’ONU, il cui scopo principale è mantenere la pace nel mondo, imponga innanzitutto al presidente della Federazione Russa Vladimir Putin di porre fine al massacro crudele e inammissibile del popolo ucraino. D’altra parte, pur riconoscendo il pieno diritto dell’Ucraina a difendersi con la straordinaria capacità di resistenza, che sta dimostrando, l’ONU chieda al presidente Zelensky, capo di un governo legittimo in carica, di tentare una via diversa da quella delle armi e di convocare i governi di tutto il mondo a una Conferenza di Pace a Kiev, con tutti i capi di stato presenti fisicamente sul posto per dare il via a un confronto che cambi le regole della convivenza fra i popoli sul pianeta Terra.

CHIEDIAMO A TUTTI I CAPI DI STATO DI CONVERGERE DI PERSONA IN UCRAINA E RESTARE SU QUEL TERRITORIO FINCHÉ SARÀ NECESSARIO: NESSUNO OSERÀ BOMBARDARE I CAPI DI STATO RIUNITI. Se i Paesi di tutto il mondo vogliono dimostrare di non essere soltanto asserragliati sui propri interessi e sugli interessi delle multinazionali, sbandierando la pace senza agire veramente per ottenerla, devono accogliere questo appello: SI RIUNISCANO TUTTI IN CONFERENZA DI PACE NELLA CAPITALE UCRAINA. Soltanto questo può portare a un reale cessate il fuoco e costituire inoltre un’occasione per concordare le regole della convivenza pacifica fra i popoli in ogni luogo della Terra, uscendo dalla logica degli imperi e delle zone d’influenza.

Questa conferenza di pace dovrebbe infatti portare a:

  • riconoscere il diritto all’indipendenza e all’autodeterminazione dei popoli sul loro territorio e concordare gli strumenti che lo garantiscano effettivamente;

  • mettere al bando ovunque le armi nucleari;

  • prendere in considerazione l’appello di 50 premi Nobel, di ridurre del 2 per cento le spese militari in ogni Paese per 5 anni, appello ratificato dal consiglio comunale di Padova, destinando i fondi risparmiati alla salute e al benessere dei propri cittadini e alla cooperazione internazionale;

  • dichiarare inammissibile il principio secondo cui un Paese può asservirne un altro pretendendo di avere una propria “zona d’influenza”, essendo questa una inaccettabile limitazione della libertà dei popoli;

  • che le donne siano parte attiva ai tavoli delle trattative.


La Casa delle donne di Padova (Italia)

Donne in Nero Padova (Italia)

IMMEDIATELY ALL HEADS OF STATE AT THE KIEV PEACE CONFERENCE. Only negotiations can stop the war.



To the President of Italian Republic, Sergio Mattarella

To the President of the Italian Council of Ministers, Mario Draghi

To the President of European Parliament, Roberta Metsola

To the President of European Commission, Ursula von der Leyen

To the General Secretary of UN, Antonio Gutierres


Pacifism cannot be silent, not in the XXI century. Gandhi taught us that. You can oppose war without accepting the armed conflict. He offered his physical presence, his disarmed body to stop the British in arms who were occupying his Country. As women and men who wish to live in peace, we ask the Italian government, the government of other countries and above all the UN, to follow his example and take a clear and brave position to stop the war in Ukraine immediately, in order to keep at distance the risk of a world war, no doubt nuclear.

In this respect we propose that:

  • United Nations, whose paramount aim is to keep peace in the world, impose first of all to the President of Russian Federation Vladimir Putin to put an end to the cruel and inacceptable massacre of the Ukrainian people. On the other hand, while recognizing that Ukraine is within its right to withstand with the extraordinary capacity of resistance, which it is showing, UN ask President Zelensky, head of the Ukrainian current official government, to try a different path from that of weapons and to convene a Peace Conference in Kiev with all the world governments and heads of state in presence, to set up a dialogue that changes the rules of coexistence among the peoples of planet earth.


  • We ask all the heads of state to converge in Ukraine in person and stay there for as long as necessary: NOBODY WILL DARE BOMBING THE HEADS OF STATE GATHERED THERE. If all the Countries of the world want to show that they are not barricaded in defence of their own interests and the interests of multinational companies, trumpeting about peace without really acting to achieve it, they must welcome the appeal: ALL MEET FOR A PEACE CONFERENCE IN THE CAPITAL OF UKRAINE. This is the only way to agree on a ceasefire and be also an opportunity to agree on the peaceful coexsistence among the peoples in every place of the earth, out of the logic of empires and zones of influences.


This conference should lead to:


  • Ban nuclear weapons everywhere;

  • Take into account the appeal of 50 Noble laureates to reduce military budget of 2% for 5 years in all the countries. The appeal was ratified by Padua City Council, earmarking the saved funds for international cooperation and for the citizens’ health and welfare;

  • Declare inadmissible the principle according to which a Country can subjugate another claiming to have its own “zone of influence”, which is an intolerable restriction on peoples’ freedom.

  • be women active participants in the negotiation tables.


La Casa delle Donne di Padova (The Padua House of Women)

Donne in Nero di Padova (Padua Women in Black)


11 marzo 2022

La Casa delle donne di Padova e
Donne in Nero


propongono un incontro aperto


FUORI LA GUERRA
DALLA STORIA!
Come possono le donne del XXI secolo
far sentire la loro voce?


VENERDì 11 MARZO ORE 20,30
FORNACE CAROTTA - VIA SIRACUSA


L’incontro sarà in presenza e in collegamento Zoom al link:
https://us02web.zoom.us/j/85476804664?pwd=YXY2RW5YTEJVQVZGaXdPN3E4dEt0Zz09


Interverrà Irina Garshenina dell’associazione
Ucraina Insieme


Hanno aderito i gruppi/associazioni: Assopace, Alice per i DA,
Centro Pandora, Centro Veneto Progetti Donna, Gruppo delle donne
di Ponte San Nicolò, Lottodognimese, Non Una Di Meno,
Padovadonne, Senonoraquando, Toponomastica femminile

27 febbraio 2022

 

Donne in Nero Centro Pandora
centropandorapadova@gmail.com- controlaguerra.blogspot.it

 
8 MARZO CON LE DONNE AFGHANE

“La guerra non restaura diritti, ridefinisce i poteri” (Hannah Arendt)

 
Negli ultimi decenni le condizioni di vita delle donne afghane
erano migliorate: si erano affermate in varie professioni, anche
come giornaliste, hanno ricoperto incarichi politici, si erano
liberate dell’obbligo di nascondere il proprio corpo, sono state
attive nelle Organizzazioni Non Governative, hanno creato Case
rifugio per le vittime di violenza ecc. soprattutto nelle città. Ma
è bastato poco, solo qualche mese, che, con il ritorno al potere
dei Talebani, le donne non possono più viaggiare, se non
accompagnate da un parente di sesso maschile, molte di loro non
possono tornare al lavoro, la maggioranza delle scuole
secondarie del Paese è chiusa per le ragazze. Le donne sono state
così ricacciate nell’invisibilità della casa e del Burqa.
L’Afghanistan, dopo un’inutile guerra condotta sotto la bandiera della “Libertà per le donne!”, è stato
riconsegnato ad un regime dispotico, sessista, misogino.

Come ovunque, anche in Afghanistan, i diritti conquistati, anche attraverso anni di lotte e sofferenze,
non sono mai definitivi, anzi è molto facile perderli

Di fronte alla brutalità di tali scelte, donne di tutte le età hanno dato vita a proteste e manifestazioni spontanee,
a Herat, Jalalabad, Mazar-i-Sharif, Kabul. Coraggiose e determinate, hanno sfidato un sistema di potere che
vorrebbe ricondurle alla completa sottomissione, all’invisibilità politica e culturale, al silenzio. I talebani
hanno reagito con violenza al loro protagonismo, picchiandole, minacciandole insieme ai familiari, mettendo
a rischio la loro vita. Gli stessi rischi corrono quelle donne coraggiose e determinate che nelle loro case
clandestinamente tengono corsi scolastici per ragazze. A tutte loro esprimiamo la nostra vicinanza e sollecita
partecipazione.

Rispondendo all’appello delle attiviste afghane di RAWA, come Donne in Nero ci rivolgiamo ai Paesi
dell’Unione Europea e in primis al Governo italiano che sono corresponsabili della disastrosa situazione
attuale e chiediamo con forza:

di dare supporto e protezione alle donne afghane in fuga, assicurando loro un’accoglienza dignitosa e
garantendo il rilascio di visti umanitari e l’accesso al diritto d’asilo;

di aprire corridoi umanitari e di favorire i ricongiungimenti familiari con chi vive in Europa;

di porre fine ai respingimenti dei richiedenti asilo bloccati lungo la Rotta balcanica;

di tutelare la vita di quanti e quante rimarranno in Afghanistan, sostenendo la loro richiesta di poter
esercitare i diritti umani, compreso il diritto all’autodeterminazione;

di porre fine al commercio di armi del complesso industriale militare, che trae profitto dalle guerre
in corso in Afghanistan e in altre parti del mondo.

 
SIT
-IN a PADOVA angolo via S. Fermo-Piazza Garibaldi
2 MARZO 2022 dalle 17.00 alle 18.00

 
Chi volesse contribuire ad aiutare le donne afghane anche con una piccola cifra può farlo con un

bonifico sul conto del CISDA (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane onlus) specificando

ne
ll’oggetto “DONAZIONE LIBERALE EMERGENZA AFGHANISTAN”
BANCA POPOLARE ETICA agenzia via Scarlatti 31
Milano
IBAN: IT74Y0501801600000011136660